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Gli spumanti – WineandSommelier
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Gli spumanti

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Gli spumanti

Metodo Classico o Metodo Martinotti? Questo è il dilemma….

Le bollicine…da sempre hanno un fascino particolare e intrigante. Tradizionalmente i vini spumanti sono legati ai momenti di festa, creando così un piacevole legame coi nostri ricordi più belli. D’altronde si sa, dove c’è festa, c’è sempre una bella bollicina che ci aspetta!

Ma che differenze ci sono tra il Metodo Classico, noto anche come “Metodo Champenoise” e il Metodo Martinotti o “Metodo Charmat”? E soprattutto quando bere l’uno o altro? Vediamo di scoprirlo insieme.

Innanzitutto il processo produttivo è completamente differente. Se per gli spumanti Metodo Classico, in teoria, possono essere utilizzate tutte le uve, anche se principalmente sono le uve di chardonnay, le uve di pinot nero, bianco, grigio oltre a pinot munier e riesling le più adatte, per gli spumanti Metodo Martinotti si preferisce utilizzare uve aromatiche o semi aromatiche, quali ad esempio, le uve di moscato, le malvasie, la glera (per il Prosecco), il bracchetto ed ancora tante altre. Il processo produttivo, per entrambi i metodi, parte dai vini base. Vini ottenuti dalla fermentazione delle uve, ma poi seguono un percorso differente.

Nel Metodo Classico si induce una seconda fermentazione in bottiglia, che dura alcuni anni, mentre nel Metodo Martinotti la seconda fermentazione viene attivata in autoclave e dura alcuni mesi. Senza entrare in una leziosità descrittiva di tutti i passaggi operativi occorrenti per ottenere i prodotti finali, è importante notare che questa differenza nel metodo e nei tempi di fermentazione caratterizza le peculiarità che avranno alla fine i nostri spumanti.

   

Prima di rispondere alla domanda che ci siamo posti all’inizio di questo breve excursus sugli spumanti, dobbiamo ancora fare un paio di considerazioni. Sulle bottiglie di spumante l’etichetta riporta una dicitura che ci dà una indicazione del “dosaggio zuccherino”. Da Pas dosé, Nature, Dosage zero, Extra brut, Brut, Extra dry, Dry, Demi-sec o abboccato fino a Dolce, sono tutte parole descrittive della quantità di zucchero per litro che troviamo nello spumante. Precisamente da Pas dosé, Nature e Dosage zero che hanno un residuo zuccherino inferiore a 3 grammi per litro (g/l) alla dicitura Dolce con più di 50 g/l abbiamo l’indicazione di quanto possa essere secco o dolce lo spumante. Sempre in etichetta alle volte troviamo il millesimo di produzione. Significa che i vini base utilizzati per la produzione dello spumante sono stati vendemmiati nell’anno indicato, se non troviamo il millesimo significa che siamo di fronte a un vino “sans année” e che i vini base utilizzati sono di annate diverse. Normalmente il millesimo indica un vino spumante ricavato da una grande annata, con specificità e caratteristiche degne di nota, di qualità e longevità superiore.

Prima abbiamo accennato alle diverse peculiarità che in funzione del processo produttivo hanno gli spumanti. Abbiamo anche detto che le uve sono, da un punto di vista aromatico, neutre o al massimo semi aromatiche per il Metodo Classico, aromatiche o semi aromatiche per il Metodo Martinotti. Entriamo nel dettaglio. Il processo produttivo  del Metodo Classico porta alla realizzazione di uno spumante dalle caratteristiche bollicine, fini e persistenti, con un colore che varia dal giallo paglierino al dorato, vini che quasi brillano di luce propria, cristallini, dalle caratteristiche olfattive complesse,  con una marcata presenza dei sentori legati ai lieviti, al pane, alla crostata, ai frutti rossi e bianchi, alla frutta secca, con note minerali, un vino spumante che al palato risulta fresco, strutturato, di corpo, lungo e persistente, con una piacevole effervescenza. Di contro lo spumante ottenuto con il Metodo Martinotti si presenta con delle belle bollicine, meno eleganti rispetto al Metodo Classico, ma di buona persistenza ed effervescenza, con un colore giallo verdolino/paglierino e che da un punto di vista olfattivo ha in sé i sentori aromatici delle uve di provenienza, risulta più semplice ma con una bella e piacevole presenza di note fruttate. Spumante che al palato rilascia note di freschezza e leggerezza, comunque di media struttura e corpo, piacevole nella sua semplicità.

Ora sì che abbiamo in mano tutti i dati per rispondere alla nostra domanda iniziale e possiamo scegliere quando godere dell’uno o dell’altro!

Come abbiamo visto gli spumanti ottenuti con il Metodo Classico sono complessi, strutturati e di corpo, ne consegue che si abbinano bene con piatti a loro volta complessi e si possono ritenere adatti a tutto pasto, dall’aperitivo alla portata principale e a voler ben guardare è solo con un importante piatto a base di carne rossa che avremmo delle difficoltà ad abbinarlo.

Viceversa gli spumanti prodotti con il Metodo Martinotti, che hanno nella semplicità e nella freschezza il loro punto di forza, si abbinano bene agli aperitivi, a piatti e pietanze poco strutturati, sono perfetti coi piatti dove la freschezza la fa da padrone, e con un dolce, torta o quant’altro, uno spumante dolce è un eccellente abbinamento.

Ma a monte di tutto, una bella bollicina, non importa se di Metodo Classico o Martinotti, è un piacere per il nostro palato. La freschezza, l’effervescenza e il leggero pizzicore delle bollicine già da sole bastano per darci un buon motivo per degustare un bel calice di spumante. E poi, vogliamo mettere, il bel momento di convivialità che gli spumanti portano con sé, è impagabile!

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